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Piante grasse, stampa 3D e cartapesta

Piante grasse, stampa 3D e cartapesta

Piante grasse, stampa 3D e cartapesta

Qualche tempo fa ho visto un video su YouTube di XYZAidan che mostra come produrre semplici oggetti in cartapesta utilizzando stampi prodotti con una stampante FDM.

Per quanto i suoi oggetti siano banali gli stampi, che potete trovare sul suo profilo Thingverse, sono progettati molto bene e la loro semplicità aiuta la comprensione del processo anche per chi non ha mai visto nulla del genere.

Il video è chiaro, il processo è semplice, in oltre la cartapesta una volta asciutta ha una sua estetica ed è facile da lavorare e rifinire, un’ottima alternativa all’oggetto in plastica.

Nel video XYZAidan compie anche qualche test (se pur rudimentale), di resistenza meccanica dimostrandosi un materiale, se pressato, estremamente resistente.

Interessante l’idea di usare la stampa 3D in modo alternativo togliendo completamente dall’oggetto finito la plastica se pur realizzato con essa, incuriosito ho deciso di sperimentare anche io qualche cosa di semplice. 

Design dello stampo

Nello stesso periodo ho vinto una pianta grassa all’interno di un vasetto di plastica terrificante, così ho preso al volo il pretesto e con Fusion 360 ho realizzato uno stampo a spicchi modulari per ottenere un contenitore, esteticamente più bello di quello in dotazione.

Non ho perso troppo tempo, il design è semplice, a differenza di XYZAidan che ha realizzato stampo e controstampo, ho creato solo lo stampo ed utilizzo le dita per pressare la cartapesta.

Pressando la cartapesta sulle pareti dello stampo con le mani otterrò un oggetto meno resistente e dalle forme più incerte perché con buone probabilità si deformerà durante l’essicazione.

Realizzazione della cartapesta

Una volta ultimato il design e stampato i pezzi ho realizzato la cartapesta (prima volta in assoluto), il trita documenti si è dimostrato un valido alleato.

Ho fatto bollire dell’acqua in una pentola poi ho buttato la carta a strisce, dopo circa dieci minuti ho scolato ed utilizzato un frullatore ad immersione.

Una volta ottenuta una poltiglia omogenea, ho tolto l’acqua in eccesso utilizzando un setaccio in modo da ottenere una pasta facile da stendere e modellare.

Non ho usato colle, in moda da ottenere un oggetto completamente biodegradabile.

Materiale utilizzato PLA

Per la realizzazione dello stampo è stato utilizzato del PLA nero della Technology Outlet, che si è comportato bene in stampa senza distorcere o deformare i pezzi dello stampo che si sono incastrati alla perfezione.

La bobina da 1kg con filo di diametro 1.75 mm presenta lateralemente delle indicazioni sul quantitativo di filo rimanente in metri e in grammi.

Indicazioni preziose se abbinate a quelle che offre Cura sul quantitativo di filo utile a stampare un determinato oggetto.

Sulla scatola è presente un manico pratico per il trasporto.

Lo sformo

La suddivisione in spicchi dello stampo facilita l’estrazione del pezzo che si presenta fragile e poco elastico, dovuto dalla assenza di colle.

Come previsto la cartapesta essicandosi si è distorta, come primo esperimento il risultato non è dei migliori, ma alla fine l’oggetto mantiene una sua estetica ed identità,

Apportanto alcune modifiche allo stampo si può prevedere di mantere in forma l’oggetto anche durante la fase di essecazione.